Heimablídni, l’ospitalità che non ti aspetti
Quando siamo arrivati a casa di Anna e Óli erano circa le 5 del pomeriggio. Avevamo la cena prenotata per le 7 (alle Isole Faroe l’abitudine è quella di cenare presto, rispetto ai ritmi italiani) quindi ci rimanevano approssimativamente 2 ore per conoscerci, immergerci nella loro realtà e scattare qualche foto.
Quel giorno il meteo non era stato molto clemente, aveva piovuto molto e il sole non si era ancora fatto vedere. Nonostante ciò io continuavo a guardare l’ora ogni 5 minuti, aspettavo quel momento da un po’, non volevo arrivare in ritardo. Ero troppo curiosa di capire qualcosa in più di queste persone, gli abitanti delle Isole Faroe.




Ancor prima di fare la nostra conoscenza però ci porge in mano un regalo: è un libro, ben fatto, dal titolo “When strangers came knocking” – ci dice: “questo è per voi, racconta le nostre ricette locali ma soprattutto racconta la nostra storia”. Una pacca sulla spalla e si parte.



Da quel momento in poi i miei ricordi si possono riassumere in attimi fugaci, in cui ho scalato un fiordo a fatica, scivolando ad ogni passo a causa del terreno fradicio, e ho scattato centinaia di foto: al cavallo, ad Óli, alle pecore, ai cani e poi ancora al cavallo. Ho visto questo stallone bianco radunare un gregge di pecore mentre la sua criniera d’avorio svolazzava baciata dai primi raggi di un sole che finalmente si mostrava timido. Urla e grida per richiamare i cani, che io, con il mio tono di voce basso, me le sogno.













È passata così circa 1 ora. Con l’adrenalina che avevo addosso, mi erano parsi 5 minuti. Poi Óli ci riaccompagna alla macchina, ci racconta dei suoi prossimi viaggi in programma, perché anche i faroensi viaggiano, e ci saluta dandoci appuntamento “fra mezz’ora” – “il tempo di cambiarmi per la cena”.
Giusto il tempo di perlustrare la zona con la nostra Toyota Aygo, e sono le 7. Torniamo in via Gerðisbreyt, 8 e le auto parcheggiate sono molte di più di quando ce n’eravamo andati un paio di ore prima.
Óli ci vede, ci fa cenno con la mano di entrare, siamo gli ultimi.
Entriamo e davanti ai nostri occhi troviamo 2 tavole apparecchiate, circa una trentina di coperti e altrettante persone che si fanno posto fra una sedia e l’altra. Noi scegliamo il tavolo vicino alla vetrata che dà sul fiordo, quando ci ricapita un’occasione del genere?



Seduti vicino a noi persone provenienti da tutte le parti del mondo. Alla mia sinistra San Francisco, alla mia destra Germania, di fronte Corea. Wow, ma dove siamo capitati?

Nemmeno il tempo di chiederlo, Anna e Óli attirano la nostra attenzione per presentarsi come si deve e per spiegarci il menù della serata. Ogni piatto fa parte di una tradizione di famiglia, tutto è fatto in casa, dall’agnello agli ortaggi.







E alla domanda “qual è il paese dove avete mangiato il cibo più buono?” rispondiamo senza pensare…”beh, siamo italiani”. Una risata sonora avvolge la stanza.







Ci spostiamo fuori, Óli si diletta nella cottura dell’agnello alla brace, gli altri ospiti, noi compresi, ne approfittano per prendere una boccata d’aria, sono le 9 e mezza e il cielo è ancora chiaro.









Il tempo vola, fra una chiacchierata e un sorso di birra, rigorosamente locale, d’improvviso sono le 10 passate e noi abbiamo mangiato il dolce e bevuto il caffè. Tutti tranne me.

Siamo pronti per salutarci, scambiarci gli indirizzi mail, promettendoci di restare in contatto. “Le foto ve le invio presto, promesso”. Salutiamo Anna, Óli, la loro figlia e saliamo in macchina. Siamo felici, increduli.

Se hai l’occasione di fare un viaggio alle Isole Faroe, ti consiglio veramente tanto di provare questo tipo di esperienza. Si chiama Heimablídni, ma non chiedermi come si pronuncia, è il loro concetto di ospitalità, ed è fantastico.
In questo sito, EatLocal.fo puoi trovare diverse esperienze del genere e scegliere quella che fa al caso tuo. Fammi sapere come va.
Se questo foto racconto su “Isole Faroe: Heimablídni, un nuovo concetto di ospitalità” ti è piaciuto, ti consiglio di leggere anche l’articolo “Fra avventura e leggenda, un viaggio alle Isole Faroe” e poi, se sei un’amante delle passeggiate all’aria aperta, l’articolo “Trekking alle Isole Faroe, 4 consigli da seguire”.
Ti aspetto nei commenti.
Questo articolo è stato supportato da visitfaroeislands.com